La regia di Francesco Rosi della Filumena Marturano di Eduardo De Filippo (1900-1984) desta qualche perplessità: essa, infatti, impone agli attori delle prolungate fissità che mal si conciliano sia con la dinamicità del Teatro (che è parola in movimento), sia con la situazione posta in essere dal testo che è di grande conflittualità. Si nutre, nello specifico, qualche dubbio sul fatto che una “vaiassa” come Filumena, mentre litiga, possa restare ferma e composta per lungo tempo... Ma non è solo lei a restare immobile: i quadri voluti da Rosi coinvolgono tutti i personaggi in scena e si animano un po’ (ma non troppo) solo nel Secondo Atto. La situazione visiva creata da Rosi è risultata, nel complesso, un po’ irreale, decontestualizzata. Un segno che non deve essere lasciato cadere, data l’esperienza del regista, ma che non pare corrispondere appieno con la drammaticità della pièce. Un testo, la Filumena Marturano, che è uno dei pochi classici moderni che l’Italia abbia. Un dramma che …